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Fai Cisl Bari

Filiera agroalimentare e dialogo sociale, tappa italiana per il progetto europeo Eats: oggi workshop in corso a Roma presso il Cnr

Onofrio Rota: “Le risorse non saranno mai sufficienti senza un vero dialogo sociale, bisogna costruire politiche agricole e industriali adeguate ai tempi, superando la logica dei sussidi a pioggia, come con la condizionalità sociale nella Pac”

“Il dialogo sociale – ha detto in apertura del seminario Eats Onofrio Rota, Segretario generale Fai Cisl – è un tema che ci sta particolarmente a cuore, fa parte della nostra identità di sindacato e si presenta come l’unica via per costruire proposte valide e avviare un reale processo riformista. Come Fai-Cisl stiamo perseguendo il confronto con le nostre controparti su tanti fronti contrattuali. Ma le sfide principali del dialogo sociale si stanno giocando soprattutto nei confronti del Parlamento e dell’attuale Governo, insediatosi sette mesi fa. Abbiamo preso parte, in queste settimane, a tre grandi manifestazioni unitarie, assieme alle confederazioni Cisl, Cgil e Uil, con centinaia di migliaia di partecipanti abbiamo lanciato un messaggio forte per chiedere cambiamenti nelle politiche economiche e sociali, rivendicando più reddito per i lavoratori, più sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, più equità fiscale. Molto importante, da questo punto di vista, aver conquistato la convocazione di Cgil Cisl e Uil da parte del Governo per il 30 maggio”.

“Per i nostri settori – ha aggiunto Rota – siamo riusciti a conquistare l’avvio di due tavoli importanti, uno sul PNRR e uno sulla condizionalità sociale nella PAC. Ora il dialogo sociale va rafforzato urgentemente su due piani. Uno, è quello immediato, delle risposte da dare ai problemi più urgenti che assillano i lavoratori, le famiglie, e implementano in modo inaccettabile le diseguaglianze. E poi c’è un piano più ampio, di visione: un piano che riguarda la sovranità alimentare e il lavoro agricolo, l’industria e il ruolo degli alimentaristi come centrale nel nostro sistema produttivo, i lavoratori forestali e della bonifica come protagonisti nella cura dell’ambiente.

“Le nostre organizzazioni – ha detto il sindacalista rivolgendosi ai partners del progetto Eats – devono sapersi rinnovare per dare nuovo slancio a un’Europa dei diritti, del lavoro, capace di competere adeguatamente con Stati Uniti e Cina, e di raggiungere una sostenibilità che sia non soltanto ambientale ma anche sociale ed economica. Le risorse europee devono sostenere la transizione ecologica e devono rilanciare lavoro e imprese colpiti prima dalla pandemia e poi dalle tante criticità attuali, come la guerra russa contro il popolo ucraino, l’inflazione, gli eventi naturali calamitosi”.

“Ma le risorse – ha concluso il leader della Fai-Cisl – non saranno mai sufficienti senza un vero dialogo sociale capace di produrre una prospettiva. E per avere una prospettiva dobbiamo saper guardare avanti, costruire politiche agricole e industriali adeguate ai tempi, superando la logica dei sussidi a pioggia. Anche la condizionalità sociale della nuova PAC, conquistata dopo anni di battaglie del sindacato, assieme all’Effat, indica questa filosofia: i sussidi devono andare a chi li merita, applica i contratti, rispetta le leggi e i lavoratori. Dunque il progetto Eats può davvero aiutarci a sviluppare una visione europea di questo tipo. Non servono le imposizioni calate dall’alto, le decisioni prese a tavolino, ma serve un costante confronto che metta al centro la solidarietà e il lavoro come emancipazione delle persone. Questa sfida, per quanto ci riguarda, si gioca anche sul piano della partecipazione. Per questo saremo in prima linea, nei prossimi mesi, nel raccogliere le firme per promuovere la proposta di legge della Cisl sulla democrazia economica. Una proposta che ha già riscontrato grande interesse tra i lavoratori, perché mira a rafforzare il loro protagonismo dentro gli organi decisionali e consultivi delle imprese e degli enti. Siamo certi chein questo modo potremo evitare, in futuro, diverse crisi aziendali e storture del sistema economico, mettendo al centro la persona e la sua dignità”.

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